L’aiuto del chiropratico
A chi non è mai capitato di subire un colpo della strega o di conoscere qualcuno a cui è successo? La maggior parte delle persone crede che questo blocco sia causato da ernie o movimenti bruschi o sollevamenti pesanti, ma questo è un vero e proprio luogo comune. Con questo articolo proveremo a spiegare cosa succede a livello fisiologico, muscolare/ meccanico e soprattutto neurologico, quando ci si blocca.
Prima però un po’ di definizioni:
Il colpo della strega è la comparsa improvvisa di un dolore acuto, nella parte solitamente lombare della colonna, che compare di colpo in seguito a movimenti insoliti, forzati, troppo intensi o mal controllati. Parte dal tratto lombare o sacrale della colonna, come una sensazione di pesantezza, di fitta, che s’irradia generalmente verso il gluteo, o in casi più gravi lungo il retro della gamba. Si associa a un’importante contrattura riflessa della muscolatura lombare attorno alle vertebre, che blocca i movimenti. Tutti i chiropratici hanno avuto a che fare, o avranno a che fare con pazienti che arrivano in studio “piegati” dal dolore, dicendo di soffrire di colpo della strega dopo aver fatto un movimento strano… molto spesso senza aver necessariamente sollevato un peso. Il blocco è, in realtà, causato da uno spasmo muscolare che serve a proteggere le vertebre e i nervi. Il colpo della strega in realtà è un meccanismo difensivo del corpo che serve a evitare che le ossa si spostino e danneggino i delicati tessuti nervosi che collegano il cervello al resto del corpo.
Ma perché avviene questo?
Dal punto di vista fisiologico le cause del colpo della strega vanno ricercate, oltre che nella mancanza di elasticità della muscolatura paravertebrale, in patologie che colpiscono le strutture vertebrali presenti in questa zona. Non è un discorso di peso sollevato, ci sono persone che si bloccano con uno starnuto particolarmente forte, o semplicemente chinandosi per mettersi le calze. Un momento particolarmente delicato è la mattina, appena svegliati, è consigliabile sedersi sul bordo del letto e appoggiare i piedi per terra e aspettare qualche minuto prima di attivare i muscoli della schiena e tirarsi in piedi. Dal punto di vista neurologico è un discorso di coordinazione muscolare. Il cervello controlla tutti i muscoli posturali di cui non ne abbiamo il diretto controllo volontario. La stabilità della colonna è mantenuta da un delicato equilibrio di muscoli che si contraggono e si rilassano con un sistema di feedback e di informazioni che il cervello riceve costantemente da ogni singola cellula del nostro corpo. Quando questo equilibrio e questa stabilità vengono a mancare il cervello manda un messaggio, un ordine di contrazione al muscolo sbagliato e si verifica il blocco.
Cosa fare nel caso di colpo della strega?
Innanzitutto rimanere calmi e tranquilli senza agitarsi e causare ulteriori danni alla propria muscolatura, cercare di mettersi seduti o sdraiati con le gambe leggermente sollevate. Il riposo è la prima forma di terapia da adottare, questo può essere necessario dalle 12 alle 48 ore in base alla gravità della contrattura. È utile fare delle applicazioni di caldo e di freddo alternando, il caldo per creare vasodilatazione e rilassare la muscolatura contratta e il freddo per causare vasocostrizione, diminuire l’infiammazione e anestetizzare leggermente la zona dolorante. L’intervento del chiropratico è poi fondamentale per riallineare la colonna e rimuovere quelle interferenze nel sistema nervoso che probabilmente hanno causato il blocco in primis. ATTENZIONE! Tutti questi suggerimenti aiutano a rimuovere il dolore e a recuperare dalla situazione di blocco ma non garantiscono la ricomparsa del problema se non si corregge la causa e non si rinforzano quei muscoli posturali profondi responsabili della stabilizzazione della colonna.
Concludiamo parlando di prevenzione
L’attività fisica gioca un ruolo fondamentale nella salute giornaliera e nel benessere della colonna vertebrale. Senza dimenticarci di una corretta alimentazione e di un’abbondante idratazione. Rinforzare i muscoli addominali con degli esercizi a corpo libero a terra e dello stretching regolare può minimizzare la possibilità di rimanere bloccati con la schiena. Altre abitudini da evitare sono il dormire a pancia in giù, stare seduti troppo tempo nella stessa posizione e accavallare le gambe. E la cosa più importante di tutti rimane comunque il farsi controllare regolarmente dal proprio chiropratico.
Dr. Joseph Luraschi
A tu per tu con la sublussazione vertebrale
Quando si parla di chiropratica non si può prescindere da una delle basi su cui l’intera professione si fonda: la sublussazione vertebrale. Già dalle sue origini la chiropratica presta particolare attenzione a quello che potremmo in parole semplici definire il disallineamento di una vertebra rispetto alla sua posizione normale. Secondo i princìpi della chiropratica
tale disfunzione può essere all’origine di molti guai. È per questo che il lavoro del chiropratico si concentra particolarmente sulla individuazione di queste anomalie e, ovviamente, sulla loro rimozione. Chiropratica & Salute ha approfondito l’argomento con il dottor Joseph Luraschi, chiropratico a Milano e Caronno Pertusella (VA).
DOTTORE CI SPIEGHI MEGLIO IL CONCETTO DI SUBLUSSAZIONE VERTEBRALE.
Come da voi giustamente detto, la sublussazione vertebrale è lo spostamento di una vertebra rispetto all’altra. Mentre il mondo medico guarda a tali spostamenti come a episodi di natura esclusivamente meccanica, la chiropratica individua nella sublussazione l’origine di molti possibili problemi di salute. La vertebra che si sposta, infatti, va a esercitare una pressione anomala sulla radice del nervo. Tale pressione può generare, immediatamente o col tempo, sintomi dolorosi in varie parti del nostro corpo.
COME SI PRODUCONO TALI SUBLUSSAZIONI?
Noi chiropratici guardiamo al corpo umano come a un insieme di tre precisi sistemi: quello strutturale, quello chimico e quello emotivo. Tutti e tre i sistemi sono strettamente interconnesi e vanno a formare quello che chiamiamo triangolo della salute. Se un lato del triangolo entra in sofferenza, le conseguenze si fanno inevitabilmente sentire sugli altri componenti del triangolo stesso. Le sublussazioni dunque possono originare da ognuna delle tre componenti sopra menzionate.
PARTIAMO DALLA COMPONENTE STRUTTURALE.
Vi è mai capitato di subire un trauma? Picchiare a terra con la schiena, distorcersi una caviglia, subire il colpo frusta per un tamponamento, sono solo alcuni esempi dei molti traumi che possiamo subire e che possono generare, subito o nel tempo, a volte anche dopo anni, una sublussazione vertebrale.
E LA COMPONENTE EMOTIVA? COME POSSONO LE EMOZIONI PRODURRE SPOSTAMENTI TRA LE VERTEBRE?
La sfera emotiva esercita una forte influenza sul nostro corpo, molto più di quanto possiamo immaginare. Lo stress della vita quotidiana, i problemi spesso seri che affrontiamo nella vita di ogni giorno, le preoccupazioni, i pensieri negativi sono tutti elementi che incidono sulla nostra postura. E incidendo sulla nostra postura vanno a generare, col tempo, lo spostamento delle vertebre. Quando siamo tristi ci chiudiamo in noi stessi e assumiamo, spesso senza nemmeno accorgercene, posture ricurve, ingobbite. Quando siamo felici, spensierati, la nostra
postura cambia, diviene fiera, eretta. I nostri pensieri hanno una grande influenza su di noi e sulla nostra vita.
RIMANE LA COMPONENTE CHIMICA.
È strettamente connessa a ciò che mangiamo e beviamo. Tutto ciò che assumiamo per nutrirci incide sul nostro organismo, perché l’intera nostra struttura reagisce agli alimenti di cui ci nutriamo. Se la mia dieta, per fare un esempio, è carente di determinate vitamine o è caratterizzata da cibo poco sano e dalla presenza di cibi dannosi, il mio organismo reagirà.
QUALI CONSEGUENZE POSSONO DERIVARE DAL PRODURSI DI UNA SUBLUSSAZIONE VERTEBRALE?
Sono molteplici le conseguenze che possono derivare da una sublussazione vertebrale. Il nostro cervello è collegato a ogni singola cellula del nostro corpo. Riceve ed elabora, attraverso il sistema nervoso, miliardi di informazioni al secondo, alle quali reagisce elaborando un ordine di risposta. Il verificarsi di una sublussazione vertebrale interferisce con il sistema di trasmissione delle informazioni tra il sistema nervoso e il resto del nostro organismo. Ciò può dar vita, a seconda di dove è la sublussazione, a sintomatologie diverse tra loro. Compito
del chiropratico è, partendo dal sintomo e indagando le abitudini e la storia del paziente, individuare la sublussazione e rimuoverla.
E COME SI RIMUOVE?
Manualmente. La chiropratica è di fondo una terapia manuale. Non utilizziamo farmaci né ricorriamo alla chirurgia. Piuttosto interveniamo con quelli che chiamiamo aggiustamenti, manovre rapide che effettuiamo sul paziente, volte a riposizionare la vertebra laddove deve stare. La medicina allopatica si sofferma sul sintomo, la chiropratica no: va alle cause. Se ci fa male il gomito c’è una causa. Compito del chiropratico è individuarla e rimuoverla.
C’È MODO DI PREVENIRE LE SUBLUSSAZIONI?
Certo. La chiropratica non è solo terapia ma anche prevenzione. Il bravo chiropratico è colui che sa individuare le cattive abitudini del paziente e che sa aiutarlo a rimuoverle per fare posto ad abitudini di vita più sane che impediscano al problema di ripresentarsi. Tutti noi facciamo ogni giorno cose sbagliate, spesso senza essere consapevoli della loro nocività.Forse, nel breve periodo, non avvertiamo alcun sintomo. Ma laddove continuassimo a praticarle ne pagheremmo, prima o dopo, le conseguenze. Il chiropratico, con la sua professionalità e la sua esperienza, sa come individuarle e come aiutarci a rimuoverle.
Articolo tratto da CHIROPRATICA & SALUTE
Intervista al dottor Joseph Luraschi, chiropratico a Milano e Caronno Pertusella (VA).
Intervista a Joseph Luraschi – Chiropratica & Salute
Scegliere il college di Chiropratica da frequentare può essere piuttosto difficile visto che le varie scuole sono sparse per il mondo e i costi di iscrizione sono diversi tra loro.
Intervista a Joseph Luraschi di Federica Serfilippi – Chiropratici al servizio del Basket
«Il chiropratico non cura niente, non guarisce niente e non si prende il merito di aver guarito nessuno. Il suo compito, piuttosto, è quello di rimuovere le interferenze e permettere al corpo di lavorare meglio. E nello sport che si pratica ad alti livelli, è molto importante far funzionare tutto al cento per cento».
Parola di Joseph Luraschi, chiropratico che, nonostante la sua giovane età, 35 anni, ha già all’attivo una lunga esperienza al seguito di vari team sportivi.
Tra questi, la Pool Comense, squadra di pallacanestro femminile plurimedagliata, la nazionale italiana di canottaggio e il team di atleti disabili della polisportiva POLHA Varese. Non solo sport collettivi nel suo ranking, ma anche individuali. Da anni, Luraschi segue la milanese Vissia Trovato, campionessa mondiale di boxe e fresca conquistatrice della cintura intercontinentale Wba. Attualmente, il chiropratico lavora a Caronno Pertusella e Milano.
Dottore, parliamo di pallacanestro. Qual è la sua esperienza?
Ho lavorato con la Pool Comense per tre stagioni, dal 2010 al 2013, quando la squadra viaggiava a livelli altissimi. Le ragazze si allenavano quotidianamente, per due volte al giorno. La mia presenza era richiesta per gli allenamenti e le partite, sia in casa che in trasferta. Il mio lavoro era quello di mantenerle perfettamente allineate.
Le sbloccavo prima, dopo e durante i training e i match. Tutto questo per migliorare le prestazioni delle giocatrici. Quando, infatti, la colonna vertebrale è priva di interferenze, il sistema nervoso funziona al meglio delle sue capacità e le performance atletiche si potenziano. Il basket è uno sport molto fisico, ma anche di coordinazione. Dunque, è importantissimo cercare di mantenere in equilibrio le ragazze. Per questo, a volte, intervenivo su di loro anche a fine primo tempo.
Che tipo di figura era la sua?
Sono stato sempre in prima linea, sempre presente in panchina anche per svolgere interventi di primo soccorso assieme al medico della squadra. La mia preparazione sanitaria è tale da poter gestire qualsiasi tipo di trauma. E il bello di lavorare in una squadra e proprio quello di essere affiancati da un’equipe di professionisti che si occupa di ogni aspetto. C’è solo un obiettivo comune: fare il bene dell’atleta».
E le atlete come hanno risposto?
All’inizio qualcuna era un po’ scettica. Poi, piano piano si è instaurato un rapporto di fiducia per cui oggi alcune di loro sono ancora mie pazienti. Le giocatrici straniere, soprattutto le americane, fin da subito sono state entusiaste della mia presenza. Questo perché a livello internazionale, le squadre sono abituate da tempo a fare affidamento sulle professionalità del chiropratico. Qui in Italia, invece, la presenza del chiropratico sulle panchine dei team sportivi si è diffusa più di recente.
Oltre al miglioramento delle performance, su cosa interviene la chiropratica?
Sulla prevenzione degli infortuni che, in tre anni, sono nettamente diminuiti all’interno della squadra. Quando ci sono dei traumi, e nel basket ce ne sono tanti, l’atleta può anche non rendersene conto subito. La prevenzione consiste nel controllare le atlete a ogni allenamento e partita, prima durante e dopo per mantenerle allineate. La chiropratica ignora i sintomi, ma va alla radice del problema per capire perché quella parte si è sovraccaricata.
Se il corpo, che va visto come un organismo unitario, non ha interferenze, allora si possono prevenire molteplici infortuni, da quelli muscolari fino alla classica distorsione della caviglia, uno dei traumi più comuni nella pallacanestro. Le parti più esposte, a causa di blocchi e sfondamenti, sono gli arti inferiori, il bacino e il collo.
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